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NewsRisarcimento danni da insidie stradali

10 Maggio 2020

Sono numerosi gli utenti della strada che a seguito di un sinistro stradale intendono chiedere un risarcimento alla pubblica amministrazione per il danno subito, ritenendo la stessa responsabile anche solo parzialmente, dell’incidente occorso.
Affinché si possa parlare di insidia o trabocchetto, la giurisprudenza, ormai pacifica sul punto, ritiene necessaria la ricorrenza di due requisiti: la non visibilità del pericolo, nonchè la non prevedibilità dello stesso (valutata secondo le regole ordinarie in tema di diligenza).
Dunque l’ente proprietario della strada, che può essere il Comune o la Provincia, ha l’obbligo di prevenire possibili situazioni di pericolo mediante una costante attività di controllo e manutenzione. È, infatti, molto frequente che si verifichino dei sinistri a causa del manto stradale sconnesso o in condizioni peggiori a causa della presenza di buche, molto pericolose per gli automobilisti.
A tal riguardo la legge prevede che, nell’ipotesi di danno provocato dalla presenza di un’insidia e/o trabocchetto stradale, il soggetto responsabile è quello gravato dall’obbligo di custodia del tratto stradale interessato dal sinistro ai sensi dell’art. 2051 c.c. Infatti il custode della strada è, pertanto, l’ente chiamato a vigilare e controllare il tratto stesso. Difatti, il continuo monitoraggio e la continua manutenzione della strada hanno come obiettivo quello di tutelare l’integrità fisica dei conducenti dei veicoli nonché dei pedoni.
Pertanto a carico della pubblica amministrazione graveranno quei rischi connessi all’inosservanza dei doveri di sorveglianza e manutenzione razionalmente esigibili in base a criteri di corretta e diligente gestione, altresì l’obbligo di intervenire laddove ci sia un pericolo imminente che, se non può essere eliminato tempestivamente, deve essere quantomeno opportunamente segnalato.

Se dovesse, dunque, capitare un incidente a causa di un’insidia sulla carreggiata o su un marciapiede, è bene sempre raccogliere prove utili a dimostrare la dinamica dei fatti, come, ad esempio, scattare delle fotografie che possano immortalare lo stato dei luoghi, in particolare l’insidia (la buca, il terriccio, la mattonella sconnessa, il manto stradale viscido e scivoloso, ecc.).

Alla luce di quanto detto, è opportuno che la persona danneggiata, si rivolga ad un avvocato e tentare attraverso un invito scritto via PEC o raccomandata A/R una risoluzione bonaria della controversia, al fine di raggiungere un accordo con l’amministrazione proponendo una somma da ricevere a titolo risarcitorio. Successivamente, se l’amministrazione non dovesse riscontrare positivamente la suddetta richiesta di soluzione transattiva, se si vuole ottenere il risarcimento l’unica strada da percorrere sarà quella di chiamare in causa l’ente.